Mi sono imbattuto in un dato molto interessante contenuto sul nastro 68 del SHSBC INTENSIVO SUI PROBLEMI.
Il dato ha a che fare con la differenza tra un fatto e un problema.
L’auditor nell’accettare un fatto al posto di un problema in realtà non sta risolvendo il problema.
Ecco il testo:
Bene. Adesso chiediamo ” Qual’era il tuo problema?” e facciamo in modo che lui dica il suo problema.
Ora la prima cosa che può andare storta è che lui dica un fatto e che l’auditor lo scriva come problema.
Lui deve dire un problema, e quindi voi dovete continuare a chiedere nel caso in cui lui al posto di dirvi un problema continua a dirvi dei fatti.
Ora, la diffferenza tra un fatto ed un problema è semplicemente questa: Un problema ha un “come” un “cosa” o un “quello che”. Ha una domanda in sè, ed ha un mistero che è connesso ad esso. Non è un “fatto compiuto”.
Un fatto compiuto, è un fatto, è una cosa del tipo: “Mi fa male la testa”. Vedete quello non è un problema; è un fatto.
Penso sia una differenza molto interessante, sia per rudimenti che per procedimenti che indirizzano direttamente i problemi.
Il dato stabile è:
Ha una domanda in sè, ed ha un mistero che è connesso ad esso. Non è un “fatto compiuto
Buon auditing.
Claudio
Molto interessante!
Renata
Illuminante!
Grazie Claudio.
Attaccare, soltanto Attaccare risolve il Problema o no!?!